Visite guidate o esperienze?

visite-guidate-turismo-esperienziale-interpretazione-patrimonio-sabina-viezzoliFoto di Felix Russell-Saw - Unsplash

Si parla molto di “turismo esperienziale” e di proposte in cui il turista è coinvolto in prima persona, non solo da “spettatore”. Vorresti offrire ai tuoi clienti una visita guidata – esperienza che lascia il segno e che coinvolga profondamente? Ci sono degli accorgimenti che puoi adottare anche tu per far diventare un tour o un’escursione un’esperienza attiva, vissuta su un piano emotivo più profondo.

Turismo esperienziale

Laboratori artistici, corsi di cucina e degustazioni, workshop su antiche tecniche artigianali, escursioni naturalistiche in cui si impara a riconoscere erbe commestibili… sono le offerte che caratterizzano il turismo esperienziale di cui si parla molto. Il turista si immerge nel territorio e porta a casa non solo fotografie, ma emozioni e ricordi indelebili. Ma anche qualcosa di più: torna arricchito a livello culturale e personale. E probabilmente con una maggiore consapevolezza e vedute più ampie.

Visite guidate ed esperienze

Puoi far vivere un’esperienza che rimane impressa anche durante una visita guidata, lo sapevi? Anche senza attività laboratoriali e corsi. Proprio così: con un approccio diverso da quello più tradizionale della conduzione di una visita, è possibile offrire al turista un’esperienza coinvolgente, in grado di migliorare il suo apprendimento e la sua soddisfazione.

da un ruolo informativo…

Come? Il primo passo è quello di un cambio di prospettiva del ruolo della guida. Molto spesso l’approccio è di tipo informativo, del tipo “show and tell”: ti mostro qualcosa e ti spiego fatti, eventi, date e dati. Il trasferimento dei contenuti va in una direzione, dalla Guida al gruppo. Le domande dei turisti sono poche, gli aneddoti e le curiosità sono raccontati come elementi secondari. Il contenuto rilevante per la Guida è al centro, il gruppo ascolta.

…all’approccio comunicativo

L’altro approccio possibile è l’approccio comunicativo: la Guida ha un ruolo di facilitatore, con il compito di aiutare il turista a potenziare la propria esperienza durante la visita. Come mediatore, la Guida fa da tramite tra il bene storico, naturalistico, archeologico e il turista; lo aiuta a dare un significato a ciò che vede. Guida e visitatore hanno entrambi un ruolo attivo, la costruzione del significato si fa insieme, con domande e risposte da entrambe le parti. Il processo di apprendimento è al centro e la relazione è la componente principale dell’esperienza.

Per dirla in altre parole, con un termine che probabilmente avrai già sentito, la Guida si fa “interprete del patrimonio”.

Interpreti del patrimonio

Con interpretazione del patrimonio heritage interpretation – ci si riferisce a quell’attività educativa, di intrattenimento e di sensibilizzazione che crea connessioni cognitive ed emotive tra un sito, un bene artistico o naturale, con il vissuto, la conoscenza e la sfera personale del visitatore. L’interpretazione rivela una storia, comunica un messaggio profondo che aiuta chi ascolta a mettersi in relazione con ciò che viene interpretato. È quindi il processo attraverso il quale si comunica ai visitatori il significato e il valore del luogo.

Aiuta inoltre a rendere la visita una vera e propria esperienza. Grazie a ciò, l’interpretazione migliora l’apprendimento e il suo ricordo nel tempo, ed è in grado anche di rendere il turista più sensibile verso il tema della protezione e conservazione del patrimonio stesso.

In pratica?

Come fare per interpretare il patrimonio naturale o culturale? Ci viene in aiuto Freeman Tilden, il primo che ha definito i sei principi dell’heritage interpretation*.

L’interpretazione del patrimonio è l’approccio che guida il pubblico alla scoperta di tutte le risorse e i siti del patrimonio e utilizza diverse metodologie comunicative e didattiche. Prevede tre fasi fondamentali di un processo che pone al centro l’interprete, nel nostro caso la Guida, l’oggetto dell’interpretazione (museo, sito archeologico, riserva naturale, collezione, edificio storico, opera, sentiero…) e il visitatore.

Le tre fasi

1. Provocare

Perché una visita possa essere vissuta come un’esperienza è necessario che vi sia una relazione. Senza di questa non c’è comunicazione, ma un semplice trasferimento di informazioni. Secondo Tilden, la provocazione è il modo per stabilire un contatto e avviare la comunicazione.

Prova così: dopo esserti presentata al gruppo, inizia con una domanda, una frase, una battuta che possa stimolare l’attenzione, spiazzare, anche! Se ti rivolgi direttamente ai turisti stimolerai da subito il loro interesse. La provocazione ti consente di metterti in relazione e di stabilire un contatto con loro.
Non basta: l’attenzione e l’interesse devono essere mantenuti anche dopo i primi momenti. Scopo principale dell’interpretazione non è istruire ma, appunto, provocare: trova quindi gli elementi che possono suscitare stupore e meraviglia durante tutta la visita, crea le condizioni per far restare a bocca aperta le persone che accompagni. Come? “preparando il terreno” con il tuo racconto, creando tensione e un po’ di mistero che si risolve con un “effetto wow” quando porti il gruppo davanti al sito o all’opera da ammirare.

2. Correlare

Per guidare i visitatori a comprendere ciò che viene mostrato o descritto è importante fare collegamenti con la personalità e l’esperienza di chi ascolta. Solo così è possibile che il turista si identifichi con il tuo messaggio: per immedesimarsi ha bisogno che i riferimenti e gli esempi che fai gli siano familiari.

Qualche idea: aiutalo riportando numeri e misure a dimensioni riferite alla vita di tutti i giorni. Fai paragoni concreti, trova il punto di contatto con il suo immaginario. Contestualizza per rendere il tema vicino ai riferimenti del pubblico: offri una mappa concettuale, evidenzia le relazioni, “fai vedere” il quadro generale.
Cerca di capire quali sono i riferimenti culturali del tuo interlocutore e fai in modo di stabilire una connessione con quello che già conosce. Un buon modo per avviare il discorso è fare domande e partire dalle sollecitazioni che ti arrivano dal gruppo per raccontare il tema, la storia di cui vuoi parlare.

Cosa evitare: avere uno script fisso, presentare gli argomenti sempre nello stesso ordine e con le stesse modalità. Dovresti averne invece una traccia, da proporre con la massima flessibilità e da adattare al livello del gruppo, riuscendo però a mantenere il filo conduttore del tuo racconto.

3. Svelare

La scoperta è l’aspetto più importante dell’interpretazione: rivela al visitatore la risposta, fornisce un punto di vista insolito, valorizza l’intuizione e il risultato del suo ragionamento. Quando è il visitatore a scoprire in prima persona ciò che va sotto la superficie di un fenomeno, o di ciò che appare, l’esperienza si arricchisce di valore e significato. Per arrivare a questo, la Guida ha il ruolo di mediatore, facilita la comprensione e aiuta il turista a trovare la risposta.

Come puoi guidarlo: fai seguire un ragionamento facendo domande (sì, ancora! tante domande!), stimola all’osservazione, invita a usare tutti i sensi, offri lo spunto per collegamenti con altre situazioni o eventi simili. Aiuta a vedere legami e connessioni: passa dal particolare al contesto, adotta una visione di sistema dove tutto è collegato. Invita a fare ipotesi sul prima e dopo, su cause ed effetti. Ricorri ad altri ambiti e discipline: storia, arte, scienza, antropologia… Concludi la visita con la risoluzione delle questioni che hai aperto all’inizio, con le prime provocazioni.
Da ricordare: non lasciare quesiti insoluti o questioni in sospeso come nei film con finale aperto. Sciogliere la tensione e chiudere il cerchio dà un senso di appagamento. Meglio evitare di salutare i turisti lasciando loro un’insoddisfazione di fondo.

Secondo Tilden non c’è disciplina che non possa essere interpretata. Certo, a volte può essere una sfida, ma sono certa che anche il più classico percorso di visita può essere trasformato e trasmesso in maniera coinvolgente.
Basta saper guardare sotto la superficie e guardare con gli occhi del turista.

Ci proverai? Quale delle tue visite guidate vorresti condurre con l’approccio interpretativo?

Per saperne di più [fonti]:

*Freeman Tilden, Interpreting our Heritage, 1957
Progetto InHerit: risorse
Scettica sul metodo? non più dopo aver letto questo articolo

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I sensi della visita
Tessere e cucire: il filo del discorso
Storytelling per la visita guidata

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